“E’ cosa buona che si preghi sempre con il cuore, è anche cosa buona che con il suono della voce si glorifichi Dio cantando inni spirituali. Non vale nulla cantare con la sola voce senza l’intenzione del cuore. Come diamo importanza alle preghiere, così dobbiamo godere della passione per i canti. Il canto serve molto a consolare i cuori tristi, a rendere più graditi a Dio i nostri pensieri, ad addolcire i tipi difficili, ad entusiasmare gli svogliati, a provocare pentimento nei peccatori. Infatti, sebbene i cuori dei carnali siano duri, non appena interviene la dolcezza di un canto, il loro animo rimane piegato a sentimenti di pietà. Certamente il cristiano dev’essere mosso non tanto dalla melodia della voce, quanto dalle parole divine che vengono proferite. Tuttavia, non so per quale motivo, la melodia prodotta da una persona che canta accresce spesso la compunzione del cuore. Si incontrano molti i quali, commossi per la soavità del canto, piangono i propri crimini, e vengono piegati tanto più a versare lacrime quanto più soave è la dolcezza della voce della persona che canta”.
Sant’Isidoro di Siviglia
Sant’Isidoro di Siviglia